Residenza Protetta per Anziani

Nell'anzianità la persona sente maggiormente il senso della solitudine, dell'abbandono delle forze, della mancanza di produttività, del bisogno degli affetti. Chiara Luce a 18 anni scopre che un tumore osseo le ha tolto tutto: autonomia, forze, resistenza, un futuro ancora da vivere, ma continua a stare al "gioco" di Dio, a fare la sua volontà.
Un giorno ha detto: "Vedi io non ho più niente ma ho ancora il cuore e con questo posso ancora Amare", a significare che pur nella malattia e nell'immobilismo che la provavano allo stremo delle forze, poteva ancora avere l'Amore da donare intorno a sé.
L'amore si può donare sempre, ad ogni età e dappertutto, anche in una Casa di Riposo".

Chiara Luce Badano 

A Sassello, un paesino dell’entroterra ligure in provincia di Savona appartenente alla diocesi di Acqui (Piemonte), il 29 ottobre 1971  nasce Chiara, dopo undici anni di attesa.
Chiara cresce e mostra un grande amore per la natura. Portata per lo sport, lo praticherà in vari modi:corsa, sci, nuoto, bicicletta, pattini a rotelle, tennis…, ma in special modo preferirà la neve e il mare.
Piena di sogni e di entusiasmi a nove anni scopre il Movimento dei Focolari, fondato da Chiara Lubich con cui intesse una filiale corrispondenza. Ne fa suo l’ideale sino a coinvolgere i genitori nel medesimo cammino.Terminate le elementari e le medie, Chiara sceglie il liceo classico. L’aspirazione a divenire medico per recarsi in Africa non è sfumata. Ma il dolore inizia a entrare nella sua vita: non compresa e  accettata da un’insegnante, viene respinta. Chiara vive in pieno la propria adolescenza: nel vestirsi ama il bello, l’armonia dei colori, l’ordine, ma non la ricercatezza. 

Tutto prosegue nella normalità finché, nel corso di una partita di tennis, un lancinante dolore alla spalla sinistra la costringe a lasciar cadere a terra la racchetta.  Dopo una lastra e un’errata diagnosi, si provvede al ricovero. La TAC evidenzia un osteosarcoma. È il 2 febbraio 1989: nella Chiesa si ricorda la presentazione di Gesù al tempio.  Chiara ha diciassette anni.
Inizia così la sua “via crucis”: viaggi, esami clinici, ricoveri, interventi e cure pesanti; da Pietra Ligure a Torino. 
 
Quando Chiara comprende la gravità del caso e le poche speranze non parla; rientrata a casa dall'ospedale chiede alla mamma di non porle domande.
Non piange, non si ribella né si dispera. Si chiude in un assorto silenzio di 25 interminabili minuti.
Il tempo scorre implacabile e il male galoppa trasferendosi al midollo spinale.
Chiara si informa di tutto, parla con i medici e con gli infermieri.
La paralisi la blocca, ma arriverà ad affermare: «Se adesso mi chiedessero se voglio camminare, direi di no, perché così sono più vicina a Gesù».

Non perde la pace; rimane serena e forte; non ha paura. 

Negli ultimi giorni riceve da Chiara Lubich il nome di Luce: “Perché nei tuoi occhi vedo la luce dell’Ideale vissuto sino in fondo: la luce dello Spirito Santo”.
Domenica 7 ottobre 1990, Chiara muore.
Sabato 25 settembre 2010, alle ore 16, ha luogo il solenne rito di Beatificazione nel santuario della Madonna del Divino Amore (Roma – Castel di Leva), presieduto da S. Em. il Cardinale Angelo Amato,
Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. 
Nel corso della celebrazione viene annunciata la data per la festa liturgica della Beata: il 29 ottobre.

Per maggiori informazioni visita il sito ufficiale di CHIARA LUCE BADANO